“Punti invisibili, rincorsi dai cani
Stanche parabole di vecchi gabbiani
E io che rimango qui sola
A cercare un caffè.”Loredana Bertè
Quando le spiagge si svuotano la natura riprende a regnare e il lungomare di Alassio diventa uno spazio immenso da scoprire. È la fine di un ciclo e l’inizio di un modo completamente diverso di vivere il mare.
Diventa la meta ideale di chi cerca giorni lenti di pace e ristoro, in cui nutrire gli occhi con paesaggi maestosi, riempire i polmoni di iodio e ricaricare lo spirito con una dose massiccia di ispirazione.
In omaggio a tutto ciò che il mare d’inverno mi ha regalato negli anni, mi unisco ai poeti, agli scrittori e ai musicisti che lo hanno celebrato nel tempo, dedicandogli questo primo blog post di Vayadù.
Lo faccio a modo mio, raccontando una mia una giornata-tipo invernale per ispirare tutte le donne che sognano il mare di Alassio per un retreat solitario, rigenerante nel corpo e nello spirito.
La mia passeggiata del cuore: il lungomare Alassio – Laigueglia.
Quando mi trovo ad Alassio a fine stagione, per qualche giorno senza famiglia, riprendono anche le mie passeggiate, che mi restituiscono tutte le energie richieste dai mesi estivi.
La mia giornata inizia nella più intima delle case vacanza Vayadù: il loft Tango. Mi piace rifugiarmi lì per la notte. Dal suo soppalco scavato in una loggia fronte mare posso incrociare il mio orizzonte preferito dal momento del risveglio.
Dopo il primo caffè sul terrazzino, mi infilo un libro in tasca e scendo nel cuore del Budello. Mi avvio per un pieno di energia al caffè La Madeleine, dove mi aspetta una colazione buona e salutare. Di solito ordino un centrifugato vitaminico e una brioche ai cereali. Mi piace gustarli con lentezza, mentre sfoglio il mio libro, e poi mi rimettermi piena di energia e a passo spedito sul lungomare di Alassio.
Il percorso perfetto per chi sceglie Alassio per un retreat solitario è infatti la mia passeggiata preferita verso ponente e il poetico borgo di Laigueglia. È completamente lungomare, semplice e pianeggiante, lungo una spiaggia di 3 km.
Mi accoglie sempre un dipinto di acqua e di luce che di volta in volta mi appare diverso. Lo sguardo è libero di tornare a sé, tra dune di sabbia intatte e orizzonti senza limiti, divisi solo da due sfumature diverse di azzurro
Scelgo una panchina sempre diversa per salutare il mare e lo scoglio nel blu che mi accompagna: l’isola Gallinara. Mi piace chiudere gli occhi e ascoltare il silenzio rotto solo dal via vai delle onde, che mi culla e mi rigenera. Il profumo di salsedine nei mesi invernali si fa più forte, sembra quasi purificare le narici. E ritorno a respirare davvero.
Dopo qualche secondo, l’aria fresca mi pizzica il viso e mi ridesta. Riprendo il mio passo e già dopo mezz’ora mi salutano festosi i colori di Laigueglia e la sua chiesa barocca dai due campanili.
Passo davanti al Torrione del Cavallo e alla rimessa delle barche, dove trovo spesso qualche pescatore intento ad aggiustare le reti.
Le piazzette che terminano sulla spiaggia, i giochi silenziosi dei bimbi a due passi dalla riva, il molo che si allunga maestoso verso il mare… qui tutto mi parla di una vita legata a doppio filo con il grande blu.
Se il tempo tiene scelgo un posticino tranquillo all’aperto, che mi permetta di attendere l’ora del pranzo sprofondando tra le pagine del libro che porto con me.
Appena l’appetito si fa sentire, mi infilo nelle viuzze ciottolate del borgo alla ricerca di una semplice farinata con le olive nere o degli straordinari frisciöi de gianchetti, le frittelle di bianchetti tipiche di questo tratto di costa.
Poi mi godo il momento più caldo della giornata rimettendomi in cammino verso un cambio di prospettiva.
La salita verso un piccolo paradiso: Colla Micheri
Mi addentro ancor di più nell’abitato di Laigueglia verso le colline, seguendo via Monaco fino a una mulattiera che si inerpica velocemente, tra ulivi e una fitta vegetazione marittima che profuma anche d’inverno.
Quando il mio sguardo incontra il bivio per Colla Micheri vengo già investita dell’atmosfera sospesa di questo minuscolo paesino medioevale, che si mostra solo a chi arriva in cima alla collina. Nel Medioevo è stato infatti costruito per essere invisibile dalla costa e da eventuali aggressori che giungevano via mare. Arrivare lassù è ogni volta una scoperta che incanta.
La piazzetta su cui si affaccia una chiesetta rosso mattone, i vicoli stretti e lastricati che si arrampicano sulla collina, le antiche facciate in pietra, interrotte da ampie finestre con vetrate a griglia e vasi in terracotta per future fioriture. E poi lo spettacolo del grande blu, che da quest’altezza sembra immobile. Uno spettacolo che abbraccia l’intera Baia del Sole fino alle coste della Corsica.
Deve essere stato tutto questo a ispirare anche l’esploratore norvegese Thor Eyerdhal, che negli anni ’50 lo scelse come suo “paradiso in terra” per trascorrere gli ultimi anni della sua vita e a cui si deve il suo recupero.
Con lo sguardo scatto le cartoline che porto con me e – una volta sazia – imbocco la discesa verso Laigueglia prima e la mia Alassio poi. In meno di un’ora mi tuffo nella cioccolata calda della pasticceria Oliva 2, tassativamente ricoperta da una montagna di panna montata fresca.
Mi rifugio nel mio loft fronte mare per godere dello spettacolo del sole che si tuffa dentro all’orizzonte, con un calice di vermentino profumato tra le dita. In cucina mi attende un bollente minestrone al pesto e – chissà – magari anche un goloso bacio di Alassio mentre saluto la giornata scrivendo il mio diario. È lì che conservo con gelosia i ricordi vibranti di questo tempo tutto per me, in cui la solitudine diventa privilegio e il mare trasforma tutto in riflessi dorati.
A tutte le donne che – come me – desiderano un tempo di questo tipo per ritornare rigenerate alla quotidianità, nei mesi invernali regalo la terza notte in una struttura a scelta Vayadù per un lungo fine settimana di ritorno a sé.